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Questa gita sull'Altipiano di Asiago alla scoperta dei Castelloni di San Marco, nasce dalla necessità di riparare ad una piccola defaillance avuta un paio di settimana prima.
Era stata una bella grigliata quando il mio amico Bruno mi scrive per dirmi che ha dimenticato il suo caldo maglione a casa mia.
Bruno te lo porto tra un paio di settimane quando abbiamo in previsione con amici un bacaro tour nella mia ormai invivibile Venezia - gli rispondo fiducioso.
Arriva il fatidico giorno del bacaro tour - un'anomala calda giornata di metà ottobre - Bruno mi scrive:"Serve che mi porti il maglione?". Perplesso sto per rispondergli:"Capisco il caldo anomalo di questi giorni, ma mi pare un po' troppo spavaldo stare tutta la sera senza maglione". Poco prima di inviare mi reffo, naturamente, avevo lasciato il suo bel maglione sulla sedia lì ad Udine.
Ecco come il giorno di Ognisanti dopo un'inevitabile serata di Halloween passata ad ombrette per Venezia decido di alzarmi alle 6.00 per andare a camminare in Altopiano e a restituire il maglione.
Salgo in battello che il sole è appena sorto e come sono sul Ponte della Libertà scorgo nitide le montagne all'orizzonte. Il giorno prima avevo guardato le previsioni e davano nebbia e nuvoloso, freddo ed umido, invece sembra esserci il tempo migliore.
Sono le 10.30 quando, dopo un lungo breve viaggio (appena 130 km, ma in 3h15'), condito da qualche chilometro di rally in mezzo allo sterrato che separa Campomuletto alla località Tiffgruba, mi incontro con Bruno e gli altri amici.
Riconsegnato il maglione, possiamo partire alla scoperta dei Castelloni di San Marco.
Il sentiero dei Castelloni di San Marco (segnavia 845) è una dolce passeggiata alla portata di tutti: da località Tiffgruba si attraversa il prato lasciandosi a sinistra quel che resta di un ospedale della Grande Guerra, come ricorda il bassorilievo tra i due stoli, quindi si sale in mezzo al bosco fino a giungere ai pascoli di Malga Fossetta (1666 m), che si attraversano da sud a nord scendendo leggermente di quota. Raggiunto il bosco il sentiero torna a salire, poi, superato un tratto leggermente più ripido, da cui si vede come anche qui sia passata la Tempesta Vaia, si giunge al cartello per il labirinto dei Castelloni di San Marco (sentiero per escursionisti esperti).
A differenza del solito sono impreparato sul percorso, ergo:"Bruno dove andiamo?". All'unaminità decidiamo di andare ad esplorare questo fantomantico labirinto dei Castelloni, di cui fino a pochi minuti prima ignoravo l'esistenza. Lungo il sentiero, sempre segnavia 845, si incontra un inghiottitoio carsico (un buso, ocio a non perder el teefono o cascarghe dentro), che naturalmente attira l'interesse del nostro speleologo di fiducia e la nostra curiosità.
Dopo aver tentanto di vedere la fine della cavità, ricominciamo a salire: è un po' più ripido, ma nulla di che. Superato il cartello che ci collega al sentiero 842, ci resta appena qualche decina di metri prima di giungere all'inizio effettivo del labirinto, da dove ci accorgiamo che la vista sarebbe splendinda in assenza di nubi: si va dal Lagorai e Cima d'Asta alle Pale di San Martino e le Dolomiti Bellunesi (scorgo forse il Piz di Sagron e il Pavion), più distante il gruppo montuoso del Cimon del Cavallo.
Il labirinto dei Castelloni di San Marco è fantastico, ma non lo si deve sottovalutare (ribadisco solo per escursionisti esperti): l'umidità rende le rocce ancora più scivolose e bisogna prestare attenzione anche a non battere la testa o a strusciare contro le pareti, inoltre si devono superare un tratto di cavo e una scala a pioli.
Nonostante le indicazioni del CAI, al segnalino 44 (sono 48 in totale), incontriamo una coppia sconsiderata con un piccino nello zaino, che, sebbene venga sballotato a destra e a manca, è più preoccupato di non farsi mancare dalle mani dei sassi da poter scagliare in giro. I genitori naturalmente si sono persi e praticamente ignorano di trovarsi in un labirinto per esperti e ci chiedono: "Dove ci troviamo? Andiamo bene di là per andare a Malga Fossetta?". Noi, consapevoli del posto e dell'impossibilità di sapere con assoluta certezza la nostra posizione, sebbene siam muniti di cartina e GPS (la scala non è sufficiente ad indicare il millimetro la nostra posizione e il segnale GPS rimbalza sulle pareti rocciose), suggeriamo loro di tornare sui propri passi. Ovviamente, come accade quando mi chiedono e do indicazioni sulla mia Venezia, loro se ne fregano e seguono una traccetta di apparente sentiero. Amen.
4 segnalini più in là stiamo uscendo dal labirinto e poco dopo alla Selletta dei Castelloni (1818 m) è tempo di imbandire la tavola: apriamo gli zaini e disponiamo alla rinfusa le robe sul sasso di sella, posate? Figuriamoci, io taglio a metà il pane e il formaggio con le mani, Bruno ed Alessia spalmano lo stracchino con i cracker sui cracker stessi, David scarta il suo panino e se lo mangia con gusto.
Dopo aver brindato con un'ottima birretta bionda in bottiglia di plastica, ci gustiamo un pezzo di cioccolata per rifarci la bocca e caricarci per il ritorno.
In una mezz'oretta, seguendo il segnavia 845, ci ricolleghiamo al bivio per il labirinto; lungo il sentiero ritroviamo la coppia col bambino, che fortunamente era tornata sui propri passi. Impiegamo un'altra oretta per ritornare all'auto.
Infine dopo aver condiviso un'ombretta e dello strudel ci salutiamo e diamo appuntamento ad una futura avventura.
Carta escursionistica: Tabacco 050
Dislivello: 550 m
Distanza: 8,2 km
Quota minima: Tiffgruba 1565 m
Quota massima: Selletta dei Castelloni 1818 m
Tempo totale: 3 h 30' passo turistico (soste escluse)
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